Le recenti elezioni presidenziali americane, ma anche il confronto politico in Europa, sono state pervase pesantemente da quella che viene chiamata la post verità. Il cittadino elettore non è tanto influenzato dalle notizie ordinarie che vengono pubblicate nei giornali, diffuse tramite televisione o altri media ma da notizie anche palesemente false che suscitano emozione e che confermano un pregiudizio presente nello stesso cittadino.
È notizia di queste ore di un confronto piuttosto duro tra USA e Russia per l'utilizzo di quest'ultima di hacker che hanno violato i server del Partito Democratico americano pubblicando poi dei documenti utilizzati dallo staff del candidato repubblicano per mettere in difficoltà i democratici.
Le cosiddette bufale sono diventate una prassi comune anche in Italia. Il nuovo governo non aveva ancora giurato che in rete è diventata virale una bufala su una falsa dichiarazione del Presidente del Consiglio entrante. Proprio ieri con una intervista a un giornale britannico il Presidente della Autorità Antitrust italiana ha proposto "una rete di organismi nazionali indipendenti capace di identificare e rimuovere le notizie false". Tale intervista ha immediatamente provocato una alzata di scudi da parte di un noto politico che vede in questa iniziativa una "nuova inquisizione".
Non è mio compito prendere posizione in merito ma un blog tecnologico come questo ha oserei dire il dovere di mostrare come sia facile creare delle false notizie anche con una documentazione apparentemente credibile. In articoli precedenti abbiamo visto come si possano creare delle false chat di WhatsApp e di Facebook Messenger. Tali false conversazioni suscitano un moto di riso quando i partecipanti alla chat siano personaggi del passato come Dante che chatta con Beatrice o Einstein che conversa con Newton. Chi fabbrica la bufale però può facilmente creare delle conversazioni fake credibili tra due personaggi pubblici contemporanei. Abbiamo anche già visto come creare delle false copertine di giornali o dei falsi layout di siti web per avvalorare un bufala.