Pubblicato il 19/06/17 - aggiornato il  | 2 commenti :

Google Chrome dal 2018 bloccherà le pubblicità troppo invasive.

Google aderisce alla Coalition for Betters Ads e con Chrome e Search Console penalizzerà i siti con annunci troppo invasivi.
Google in questi ultimi anni sta combattendo almeno tre battaglie che considera decisive per il futuro del web. La prima è quella della velocizzazione delle pagine web e per questa ragione ha inserito questo parametro tra i 200 fattori di ranking del suo algoritmo.

La seconda è la sempre maggiore cura verso la navigazione da mobile che sta diventando sempre più importante e che finirà per surclassare quella da desktop. Anche per questo scopo sono stati aggiunti i Temi Responsive di Blogger che si adattano a tutti i dispositivi.

Inoltre l'algoritmo di ricerca di Google penalizza da più di un anno i siti che non sono mobile friendly. La terza mission di Google è quella di rendere il web navigabile senza subire le pubblicità troppo invasive.

Già nel Febbraio 2012 Google comunicò ai publisher che sarebbero stati penalizzati i siti con troppa pubblicità above the fold. Sono quindi più di 5 anni che Google sta spingendo su questo punto. Ricordo anche che da circa un anno vengono penalizzati i siti che hanno una pubblicità troppo invasiva da mobile.






In data 1 Giugno è stato pubblicato un post sul Blog di Google, e ripubblicato da Inside Adsense, dal titolo "Costruire un web migliore per tutti" che impone una ulteriore stretta a pagine che contengono popup che si aprono automaticamente o banner che nascondono tutti i contenuti.

La premessa dell'articolo è quella di prendere atto che la maggior parte dei creatori di contenuti per il web finanziano la loro attività con la pubblicità. È quindi positivo se nelle pagine di un sito ci sono annunci pubblicitari coinvolgenti e potenzialmente utili per i visitatori.






Un discorso diverso occorre farlo quando i navigatori trovano annunci invasivi, fastidiosi o che permettono di accedere ai contenuti solo dopo un certo numero di secondi. Queste esperienze frustranti hanno indotto molti utenti a bloccare tutta la pubblicità apportando dei danni anche a chi la usa con discernimento.

Molte persone hanno quindi preso l'abitudine di navigare con estensioni come AdBlock o simili. Alcuni publisher hanno quindi preso la decisione di permettere la fruizione dei contenuti solo a chi non abbia attivato queste estensioni. Google è consapevole di questo andazzo e quindi sta prendendo delle contromisure per favorire i publisher che mostrano pubblicità accettabili e penalizzare quelli che esagerano.






ANNUNCI SOSTENIBILI E ANNUNCI TROPPO INVASIVI



Gli strumenti per questa battaglia saranno Search Console e Google Chrome che da anni è il browser più utilizzato. Google ha aderito alla Coalition for Better Ads per il miglioramento degli annunci. Ne fanno parte anche Facebook, Apple e altri giganti del web. Tale coalizione ha sottoscritto uno standard per la pubblicità che potremmo chiamare dell'annuncio sostenibile.

Tale standard verrà applicato in Nord America e Europa. Sono stati considerati non ammissibili quattro tipi di annunci per il desktop su sei testati e otto tipi di annunci per il mobile sui dodici testati.

annunci-troppo-inclusivi

Gli annunci troppo inclusivi per il desktop sono i seguenti:
  1. Annunci popup
  2. Video in autoplay con suono
  3. Annunci coprenti con countdown
  4. Annunci troppo larghi che scrollano con la pagina
Gli annunci troppo inclusivi per il mobile sono invece i seguenti:
  1. Annunci popup
  2. Annunci "prestitials" che appaiono prima del contenuto e che bloccano l'utente
  3. Annunci che coprono più del 30% della altezza verticale della pagina
  4. Annunci animati che mutano lo sfondo
  5. Video in autoplay con suono
  6. Annunci con countdown
  7. Annunci a tutto schermo
  8. Annunci larghi che scrollano con la pagina.
Per maggiori informazioni si può scaricare il PDF con tutti gli esempi da questa pagina

https://www.betterads.org/wp-content/uploads/2017/03/Full-Descriptions-Desktop-Mobile-Web-Ad-Types.pdf


CHROME AVRÀ UN AD BLOCKER A PARTIRE DAL 2018



Per impedire l'utilizzo degli addon che bloccano tutta la pubblicità a prescindere il browser Google Chrome (e forse anche Safari) includerà un proprio Ads Blocker che bloccherà tutte le pubblicità che non soddisfano le linee guida della Coalition for Better Ads ovviamente compresi gli annunci di Google Adsense.


TOOL DI SEARCH CONSOLE PER ANALIZZARE I SITI DI PROPRIETÀ



Per aiutare i publisher a avere solo pubblicità compatibile con lo standard della Coalition for Better Ads, Google ha inserito in Search Console lo strumento denominato Rapporto Esperienza con gli Annunci. Si possono avere rapporti sulla versione desktop e su quella mobile.

rapporto-esperienza-annunci

Si clicca su Desktop o su Dispositivo mobile quindi si sceglie una proprietà. Questo strumento è stato appena rilasciato e probabilmente il vostro sito risulterà Non esaminato.

Tra qualche settimana o tra qualche mese presumibilmente prima del 1 Gennaio 2018 i siti verranno scansionati in relazione agli annunci pubblicitari che contengono. È già disponibile online la Guida per il Rapporto Esperienza con gli Annunci che ne illustra il suo funzionamento.

Se sul tuo sito sono state rilevate gravi violazioni relative agli annunci, lo stato dell'esame nel Rapporto Esperienza con gli annunci è impostato automaticamente su "Non superato." Per gravi violazioni si intendono: presenza di malware, tentativi di phishing, software indesiderati, redirect automatici, contenuti fuorvianti.

Dopo l'esame del sito da parte di Search Console i risultati saranno inseriti in tre schede: Problemi relativi alla struttura del sito, Problemi relativi alle creatività e Gravi violazioni relative agli annunci.


FUNDING CHOICES DI GOOGLE



Google Chrome avrà inserito un nuovo servizio denominato Funding Choices (non sono a conoscenza se avrà una sua traduzione italiana). Gli editori e i publisher potranno aderire a Funding Choices che prende il posto di Google Contributors chiuso poche settimane fa proprio per favorire questo nuovo strumento.

I navigatori che apriranno un pagina di un sito che aderisce al Google Funding Choices con un AdBlock o addon simile attivato avranno a disposizione due scelte:
  1. Visualizzeranno un messaggio che li invita a visualizzare i contenuti del sito senza Ad Blocker
  2. Pagare un contributo per rimuovere tutti i banner.
Il costo del contributo sarà deciso dagli amministratori dei siti e potrebbe aggirarsi intorno al centesimo di dollaro per pagina. Tale servizio molto simile a Google Contributors è ancora in fase Beta ma già disponibile in paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Australia e Nuova Zelanda.

CONCLUSIONE


La sfida di Google è quella di mantenere la pubblicità non invasiva che è fondamentale per lo sviluppo stesso del web visto che è principalmente con quella che vengono finanziati i siti. Nello stesso tempo si cerca in questo modo di limitare il più possibile la pubblicità invasiva. Infatti è stato proprio il proliferare di questa pubblicità senza regole a far decollare il business delle estensioni Ad Blocker.

Questa battaglia di Google è fondamentale anche per il futuro di molti piccoli blog che monetizzano qualcosa e che hanno visto negli anni diminuire le entrate proprio per il grande aumento della navigazione con gli Ad Blocker.


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