Pubblicato il 09/02/09 - aggiornato il  | 6 commenti :

Analisi del mercato pubblicitario su Internet in un periodo di recessione globale.

La Nielsen è una società che si occupa di monitorare il mercato pubblicitario a livello mondiale. Il rapporto mensile di Gennaio 2009 può essere scaricato a questo indirizzo in formato PDF.

Rispetto ad un anno fa si nota un calo degli investimenti pubblicitari globali in Italia

Gli investimenti pubblicitari nel periodo gennaio-novembre 2008 ammontano a 7.922 milioni di euro con una flessione del -2,1% sul corrispondente periodo dell’anno precedente. La variazione novembre 2008 su novembre 2007 è del -13,4%.

I dieci maggiori investitori pubblicitari nel nostro paese sono in ordine decrescente: Ferrero, Unilever, Vodafone, Wind, P&G, Tim, Barilla, Volkswagen, Fiat Div., Fiat Auto e L’Oreal.

Gli investimenti pubblicitari televisivi sono calati dello 0,7% mentre quelli nella stampa del 6,5%. I segni positivi sono solo due quello della radio cresciuto del 3,1 su base annua e quello degli investimenti in internet aumentati del 15,6 rispetto all’anno precedente, anche se c’è stato un lieve rallentamento rispetto al mese scorso

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Non mi occupo di altre considerazioni che meriterebbero ma che esulano dal compito di questo blog, come p.e. queste

  • L’Italia è solo al 28 posto degli investimenti pubblicitari pro-capite
  • Rispetto al rapporto con il PIL figuriamo intorno addirittura alla sessantesima posizione, superati da molti paesi in via di sviluppo
  • L’ingessamento del mercato pubblicitario dovuto ad un sostanziale monopolio di quello televisivo ed a un privilegio di quest’ultimo rispetto agli altri media ha prodotto effetti nefasti. Basta pensare che la TV assorbe il 53,5% degli investimenti contro il 3,5% di internet.


Occupiamoci però di quello che ci interessa di più in questa sede cioè degli investimenti nazionali nel settore del web.

Un aumento della richiesta di pubblicità da parte degli inserzionisti secondo le regole del libero mercato avrebbe dovuto portare ad un aumento del compenso medio per coloro che mettono a disposizione spazio per la pubblicità come appunto noi blogger.

E’ opinione comune che invece questo aumento non c’è stato e che l’eCPM, ossia il ricavo che il blog ottiene ogni mille pagine viste, sia nella migliore delle ipotesi non diminuito. Quali le cause di questo comportamento apparentemente contro le leggi dell’economia? Ne enumero qualcuna avvertendo che sono tutt’altro che un’autorità in proposito

  • Ad un aumento degli investimenti su internet ha fatto seguito un aumento esponenziale delle pagine in cui visualizzare gli annunci. C’è infatti un costante aumento di blog e una costante produzione di post che aumenta in maniera vertiginosa il numero delle pagine con annunci pubblicitari. Quindi ad un aumento della domanda ha corrisposto un aumento dell’offerta in misura probabilmente superiore.
  • Il rapporto di cambio euro-dollaro ha rafforzato quest’ultimo rispetto ai mesi precedenti. Adesso il cambio è 1€=1,29$ mentre un anno fa si rischiava di superare la soglia di 1,50$ per un euro. Probabilmente l’aumento del valore del dollaro ha fatto diminuire il compenso per click nei mercati di area euro
  • Le difficoltà economiche mondiali hanno portato Google a tagliare diversi servizi per risparmiare sui costi. Anche se non ci sono state delle comunicazioni in tal senso è ragionevole supporre che sia  aumentato il guadagno medio di Google su Adsense effettuato incrementando la differenza tra quanto l’azienda ricava dagli inserzionisti e quanto dà ai proprietari dei siti.

Le immagini sono state prese dal report della Nielsen citato all’inizio.



6 commenti :

  1. analisi comprensibile e corretta per quel che ne deduco.
    ora c'è da chiedersi perchè ci sono pochi clic sugli annunci da parte dei visitatori???
    io una risposta me la sono data.
    gli annunci sono visti da parte degli utenti più come esche che come vero e proprio messaggio pubblicitario.
    In alte parole l'annuncio porta alla home del sito quindi non pubblicizza il prodotto "sito" ma ti ci fa entrare come dire non ti informa dell'esistenza di un supermercato ma ti porta dentro il supermercato.
    Ciò a mio avviso non è corretto, anzi provi un certa repulsione.
    credo che sarebbe meglio che si realizzi una pagina di "gradimento" tipo manifesto pubblicitario il quale ti invita successivamente ad entrare nel sito.

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  2. Esiste anche pubblicità che paga per pagine viste e non per click ma ho sentito che è poco remunerativa

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  3. Non mi sono forse spiegato bene,
    intendevo dire che chi paga il clic dovrebbe avere una pagina manifesto, di invito alla successiva visita del proprio sito. Un'anteprima come possiamo chiamarla, non so, in questo modo gli utenti sarebbero più invogliati a curiosare anche fugacemente l'anteprima, un po' come si fa con i manifesti murali nessuno si mette a leggere il manifesto ma la sbirciata la danno tutti.

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  4. Complimenti per il tuo blog, l'ho conosciuto da poco e lo seguo sempre con molto interesse.
    Visto che si parla anche di Adsense ti volevo chiedere se i ricavi che si ricevono da Google vanno denunciati oppure no.
    Grazie e buona serata.

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  5. @ilpoeta
    Se uno intende rispettare alla lettera la legge, i guadagni di Adsense contribuiscono a determinare l'imponibile, quindi andrebbero denunciati. Per quanto riguarda la partita IVA ci sono varie scuole di pensiero a seconda se si è pagati tutti i mesi oppure saltuariamente. Nel primo caso sarebbero da considerarsi come introiti professionali regolari e quindi ci vorrebbe pure quella.
    Ciao e grazie per i complimenti

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  6. Grazie per la risposta molto esauriente...vorrà dire che denuncerò le entrate di Adsense...

    Buona serata e a presto!

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